Ci lasciamo St.Helier, la capitale di Jersey, per ultima, esplorata in una sonnecchiante e assolata domenica pomeriggio.
Restituiamo l'auto al noleggio e spendiamo le ultime due ore vagando senza meta tra le stradine di St.Helier, guardando le vetrine dei negozi colorati su King Street, le barche che giacciono placide nel porto, i commercianti che pian piano puliscono e si preparano alla chiusura anticipata della domenica.
Arriviamo nella Royal Square, teatro della famosa battaglia di Jersey il 6 gennaio 1781, l'ultimo tentativo delle truppe francesi di conquistare l'isola: quel giorno le truppe britanniche combatterono proprio qui una battaglia breve e feroce contro i francesi, dalla quale uscirono vittoriose ma con il loro maggiore Pierson ferito a morte. Sulle pareti del Pub Pierson, nella piazza, sono ancora visibili i fori dei proiettili.
A causa dei vari tira e molla tra UK e Francia, Jersey ha un mix di cultura Inglese e Francese: tutte le strade hanno nomi Francesi e, in alcuni posti, bilingue; gli abitanti parlano Inglese ma i vecchi documenti sono scritti in Francese (il nostro host ci ha detto che se vuoi essere un avvocato a Jersey devi necessariamente aver studiato in Francia!).
Abbiamo anche notato, e sempre i nostri host ci hanno confermato, che Jersey e' un'isola per famiglie con bambini, anziani o per le vacanze: l'assenza di Universita' costringe i ragazzi a partire per l'Inghilterra o la Francia per poi tornare dopo qualche anno, per lavorare e mettere su famiglia.
Ci sediamo in Liberation Square, mangiando un ottimo gelato e godendoci il sole finche' non arriva l'autobus che ci porta in aeroporto.