Non mi succedeva da tempo di avere il magone di ritorno da un viaggio, di voler tornare ancor prima di ripartire. Di cittá belle ne ho viste tante, ma per Copenhagen ho avuto un colpo di fulmine!
Spesso mi succede, gia' l'ho detto, che alcune citta' mi capitano per caso: periodo di stress, voglio staccare la spina, prendo il primo volo economico che trovo senza nemmeno pensarci troppo, e poi bam! M'innamoro! Come successo gia' con Oslo, sono stata completamente catturata dalla magia di questa citta' nordica!
Copenhagen, amore a prima vista!
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Aeroporto e mezzi di trasporto
La vicinanza dell'aeroporto al centro citta' e' un fattore che non viene considerato finche' non si prova la comodita' dell'arrivare a destinazione in 15 minuti!
Abituati a Londra, che ha si 5 aeroporti, ma sono tutti ad un' ora di distanza dal centro, non ci e' sembrato vero uscire dalla hall degli arrivi, prendere la metropolitana e dopo sole 5 fermate essere arrivati a casa!
Anche al ritorno infatti, sempre con l'ansia e l'abitudine di uscire di casa 3 ore prima del decollo che ci ha imposto Londra, abbiamo lasciato l'appartamento alle 3.55 del mattino e alle 04.15 eravamo in aeroporto...il decollo era alle 06.30! Da una parte volevamo piangere all'idea che avremmo potuto dormire due ore in piu', da una parte abbiamo sorriso constatando quanto sia facile e poco dispendioso arrivare in aeroporto!
L'aeroporto in se', poi, e' molto elegante ed ordinato. Parquet quasi ovunque, segnaletiche in danese e inglese, polizia al controllo passaporti che ti sorride (proprio come in America !!!!!!!!!!!!!!! )
Idem per quanto riguarda la metro: aperta 24/7, pulita e nuova, puntuale, automatica (non c'e' conduttore ne' l'omino in biglietteria), con frequenza di corse massimo ogni 2 minuti. I biglietti di corsa singola costano 3.20£ ciascuno, invece la travel card di 24 ore costa 8£ ed e' valida anche sui bus e battelli (scusate, in corone non lo ricordo proprio e in euro ormai non sono piu' abituata a ragionare!). Una volta fatta la travel card la puoi anche mettere in borsa per tutta la giornata, poiche' non bisogna timbrarla all'ingresso ne' all'uscita della metro, solo mostrarla al conducente del bus. Proprio per il fatto che non bisogna timbrare la travel card, dalla strada c'e' sempre un ascensore che ti porta direttamente giu' di due piani fino ai binari dei treni, se non vuoi farti due rampe di scale...mobili :)
Per non parlare delle biciclette, le regine indiscusse di tutti i mezzi di trasporto di Copenhagen.
Altro che Londra, questa si che e' una citta' ciclabile come si deve!
Le piste ciclabili sono fatte per bene, separate dalle corsie della strada principale tramite isole di cemento (su cui spesso ci sono le fermate dei bus): in questo modo nessuna macchina, bus, camion o moto puo' nemmeno avvicinarsi alle biciclette in transito.Non ci ha stupito infatti che nessun ciclista indossi il casco, proprio per questo motivo! Per ogni semaforo c'e' un piccolo semaforino per le bici. Su ogni singola rampa di scale e' installata una piccola discesina, larga giusto i cm necessari alle ruote, per aiutare i ciclisti a salire e scendere le bici. In tutte le stazioni delle metro c'e' un parcheggio interno per le bici. Ovviamente e' ampiamente diffuso per i turisti e non solo il bike sharing: biciclette bianche affittabili tramite carta di credito, dotate di navigatore gps che ti conduce senza difficolta' in tutti i luoghi di interesse turistico. Diversi negozi di biciclette sparsi in giro per la citta' presso cui si possono comprare o affittare. Gente di tutte le eta' in bici, dai ragazzi alle mamme con bambini agli anziani. Con la bici si fa tutto perche' sono dotate di carrelli: ci mettono la spesa, i bambini, gli amici :D Oltre alla marea di biciclette parcheggiate ad ogni angolo della citta', la cosa che mi ha piu' stupito sapete qual'e'? Lo spazio per le bici NEI VAGONI DEI TRENI! Per ogni vagone ci sono sedili per le persone e spazi riservati alle biciclette!
Scusate se mi sono dilungata parecchio su questo argomento, ma essendo diventata ciclista a Londra da qualche mese, questo sviluppo ciclistico danese mi ha profondamente affascinato!
Ok passiamo avanti :D
Carlsberg Brewery
Presa dall'emozione nel raccontare tutta la perfezione della citta' mi sono dimenticata di un piccolo particolare: il giorno in cui siamo atterrati c'era un tempo degno dei migliori autunni inglesi! 11°, pioggia e un vento cosi' forte da rovesciare tutte le bici :( Indossavo felpa e giacca di pelle e nonostante cio' sentivo freddo.
Per questo motivo abbiamo deciso di trascorrere qualche ora nella fabbrica/museo della birra Carlsberg, in attesa che almeno la pioggia si calmasse.
Si trova nella zona Vesterbro, ad ovest della citta', ci siamo arrivati con l'autobus 26 preso alla stazione centrale. Abbiamo poi scoperto che c'e' anche una navetta gratuita che dalla stazione centrale porta alla brewery e ritorna, circa una ogni ora.
Il biglietto costa 8£ a testa e consiste nella visita del museo, della fabbrica e di due bicchieri di birra da bere liberamente sia in giro per la fabbrica che nel simpatico bar al primo piano (n.b. qui troverete biliardino, pouffe e divanetti :) ).
Interessante la sala con la piu' grande collezione di bottiglie di birra provenienti da tutto il mondo, e divertente la possibilita' di accarezzare i cavalli da traino nelle stalle adiacenti il negozio di souvenirs :)
Stroget e la torre circolare
Tornati in centro con la navetta gratuita, decidiamo di fare un giro per la via principale dello shopping, Stroget. E' una lunghissima strada che comincia dal municipio (City Hall) e termina piu' o meno al porto nuovo (Nyhavn): insieme alle sue piazzette e stradine interne costituisce una delle vie pedonali piu' lunghe d'europa! Qui troviamo numerosissimi negozi, da quelli di grandi firme a quelli piu' modesti, ai ristoranti, bar, negozietti di souvenirs, locande tipiche. Ho trovato talmente tanti H&M da pensare che fosse un marchio danese: invece e' svedese!
Arrivati alla Round Tower non abbiamo potuto fare a meno di salirci.
Biglietto di 2.50£ e sali su questa torre non altissima (34mt) ma dalla particolarita' unica: non ha scale :D E' una salita a chiocciola, ma senza gradini!
E' stata costruita nel 1637 e da allora funge da osservatorio astronomico, oltre che osservatorio dei tetti della citta' :D
A meta' della torre c'e' la sala biblioteca, un tempo usata come biblioteca universitaria, oggi sede di esibizioni d'arte e negozio di souvenirs.
In cima a tutto la vista non era male...se non fosse stato per il ventaccio!
In serata, passeggiando per il centro senza meta, siamo passati per caso davanti a questo ristorantino: sbirciando attraverso le tendine a quadretti abbiamo visto un arredamento antico che ci ha convinti ad entrare. Scelta azzeccatissima!
Senza saperlo eravamo entrati in un ristorante nato addirittura nel 1720, ma che prima era una farmacia (da qui il nome Det Lille Apotek, che vuol dire la piccola farmacia). Le decorazioni interne sono rimaste inalterate da allora: le vecchie lampade a petrolio, le finestre dipinte a mano e gli stessi quadri dell'epoca.
Non c'e' nemmeno bisogno di dire che abbiamo mangiato bene: io ho assaggiato del salmone con verdure alla griglia, Massimo ha mangiato un piatto di carne e pesce misto con verdure. Deliziosi entrambi, abbiamo pagato 20£ a testa.
Nyhavn
Il giorno dopo il clima e' stato clemente, ci siamo svegliati con dei bei raggi di sole negli occhi! Lasciamo a casa l'ombrello (ma non giacca e felpe) e corriamo subito a Nyhavn, la zona piu' famosa di Copenhagen, il porto dai mille colori che tanto aspettavo di fotografare!
Nyhavn cosa significa? Porto nuovo. Ma quanti anni ha? 345!!! Costruito infatti dal re Christian V tra il 1670 e il 1673 (ah a proposito, qui tutti si chiamano Christian! XD ), all'inizio era noto per il suo viavai di marinai e prostitute, oggi sede di tanti piccoli bar e ristorantini e luogo di partenza dei battelli turistici.
Hans Christian Andersen visse qui per 18 anni!
Palazzo reale di Amalienborg
Passeggiando per viuzze interne dal porto arriviamo al Palazzo reale di Amalienborg, residenza invernale della regina.
E' stato strano vedere come il palazzo sia privo di cancelli o recinzioni di qualsiasi tipo, con sole due guardie davanti l'ingresso: molto diverso rispetto al "carcere" in cui vive Elisabetta a Londra :D
E' possibile visitare il museo ed alcune stanze del palazzo, il biglietto costa intorno ai 10£.
Affianco al palazzo c'e' la Chiesa di Marmo, costruita nel 1740 e coperta dalla cupola piu' grande della scandinavia! Purtroppo era chiusa e non abbiamo potuto visitarla :(
Kastellet
Continuando a passeggiare verso nord ci imbattiamo in un piccolo parco che si rivela poi essere la cornice del Kastellet, una fortezza risalente al 1600 ed usata ancora oggi come base militare. Nonostante le intenzioni "belliche", il parco e la fortezza sono comunque frequentati da mamme e bambini, gente che porta a spasso il cane, ragazzi che prendono il sole.
La Sirenetta
Usciti dalla fortezza dal lato nord, giriamo subito a destra e costeggiando un poco il Langeline troviamo la famosissima Sirenetta,un altro simbolo della citta'!
La statua di bronzo e' stata creata da Edvard Eriksen nel 1909, celebrando la fiaba di Hans Christian Andersen: nella creazione della statua, lo scultore ha avuto come modella sua moglie :)
Tutti mi avevano detto che era piccolina e di non aspettarmi nulla, invece io l'ho trovata graziosissima e non affatto minuta: il Manneken Pis di Bruxelles e' moooolto piu' piccolino :D
Ovviamente era stracolmo di turisti e fotografarla non e' stata una cosa semplice, ma ce l'abbiamo fatta!
Tour dei canali
Prendiamo il bus e torniamo a Nyhavn, per fare il tour dei canali in chiatta.
I tours partono ogni 10 minuti, durano un'ora e costano 8£ a testa. La chiatta naviga prima verso nord fino alla Sirenetta, poi torna indietro e si immette nei canali all'interno della citta', passando sotto ponti bassissimi (attenzione alle teste!) . Una guida spiega in inglese e danese tutti i luoghi, monumenti ed opere architettoniche che si possono vedere dal canale.
Proprio dalla chiatta abbiamo intravisto un posticino che ha stuzzicato la nostra curiosita', cosi' appena finito il tuor siamo corsi a cercarlo.
Il Kayak bar, un bar costruito sulla sponda del canale: il bar vero e proprio, con la cucina, i bagni e alcuni tavoli, sono sulla terraferma; mentre invece le panche, i tavolini, qualche ombrellone e una zona coperta di sabbia e sdraio sono sistemate su una piattaforma adagiata sull'acqua del canale, che fa si che la piattaforma ondeggi dolcemente.
Ci innamoriamo e ci fermiamo per una birra e un pranzo leggero, avvolti dai plaid messi a disposizione dal bar: tirava un venticello! Avremmo voluto non andar piu' via, ma un altro intrigante posto ci aspettava... Christiania!
Christiania, la citta' libera
Con la cartina in mano ci addentriamo per le strade del quartiere di Christianshavn, oltrepassiamo la Our Saviour's Church (ci andremo il giorno dopo) e ad un certo punto vediamo prima la parete di un edificio interamente coperto di murales, piu' avanti un arco di legno con la scritta gialla CHRISTIANIA.
Ci addentriamo, la strada e' di breccia e ci sono tantissimi alberi, baracche, stands di mercato.
Subito troviamo un cartello che ci avverte delle regole da seguire:
- HAVE FUN
- DON'T RUN, IT CAUSES PANIC
- NO PHOTOS: BUYING AND SELLING HASH IS STILL ILLEGAL
Siamo su pusher street: gli stands sono coperti da teli mimetici e i pusher, nascosti dietro cappelli, sciarpe e occhiali da sole, lavorano tranquillamente.
C'e' un grande spiazzo con tante bancarelle che vendono abbigliamento, gioielleria fatta a mano, souvenirs e bandiere: a proposito, Christiania ha una sua bandiera! Rossa con tre pallini gialli in orizzontale :D
Una piccola collinetta con tante panche circonda questo piazzale, ci arrampichiamo e ci sediamo con mille domande che ci frullano in testa. Come per magia compare affianco a noi un simpaticissimo ragazzo italiano che ci racconta la storia di Christiania.
Nel 1971 un gruppo di hippies occupo' una ex base navale, proclamandola Fristad, Citta' Libera. Negli anni il governo danese ha provato piu' volte a rimuovere gli occupanti, senza successo. Ancora oggi la polizia non vi accede, e ogni volta che le autorita' provano a chiedere la rimozione delle attivita' illegali, gli abitanti di Christiania rispondono picche. Per esempio nel 2002 il governo chiese che il commercio di hashish fosse reso meno visibile: loro coprirono le bancarelle con i teloni mimetici :D Dopo anni di lotte, gli abitanti hanno raggiunto un accordo con le autorita': Christiania resta libera a condizione che loro comprino tutto il terreno, che si estende in un grande parco con tanto di lago, del valore di 10 milioni di euro! Christiania insomma e' il piu' grande centro occupato del mondo, situato nel bel mezzo di una capitale.
Le 1000 persone che ci vivono sono fuori dalla legislazione di Copenhagen, non pagano le tasse e sono autogestite.
Il nostro amico ci consiglia di fare una passeggiata all'interno del parco, e durante il tragitto vediamo le case, l'asilo, i negozi.
Quasi tutto in legno, coperto di graffiti, circondato da una natura rigogliosissima. Sentieri attraversati solo da gente a piedi o in bici (le auto non sono ammesse), senza luci, senza asfalto.
Ritorniamo all'ingresso della citta' e vediamo che dietro l'arco con su scritto "Christiania", c'e' scritto:
YOU ARE NOW ENTERING IN THE EU
P.s. foto fatte con il cellulare all'ingresso di Christiania :)
Assistens Cemetery
Curiosando in rete avevo letto che l'Assistens Cemetery, il cimitero in cui e' sepolto anche Andersen, viene vissuto come un parco piu' che come una necropoli.
Decidiamo quindi di andare a constatare di persona, il mattino dopo, nella zona di Norrebro.
Metropolitana fermata Norreport, poi bus 5A fino al cimitero.
Entriamo e....effettivamente e' un parco! Alberi, famiglie con bambini sui prati, ragazzi che prendono il sole, gente che porta a spasso i cani: tutto intervallato da tombe, sepolcri e mausolei.
Devo dire che all'inizio mi sembrava tutto strano, l'allegria dei vivi quasi stonava con il silenzio dei morti.
Ma poi passeggiando tra le tombe mi sono resa conto che i danesi hanno un altro rapporto con la morte: le tombe sono decorate, colorate, curate. Spesso sui loculi non ci sono solo nomi e date dei defunti, ma disegni, piccole frasi che raccontano la loro vita o messaggi lasciati ai vivi.
La sensazione di angoscia e tristezza che mi assale quando entro nei cimiteri italiani (quasi mai) non e' qui presente, piuttosto il messaggio che filtra e' : segui i tuoi sogni e distruggi l'ignoranza.
Nel giro di un paio d'ore siamo entrati con un'idea e siamo usciti con la stessa stravolta: il cimitero cosi' vivo ci piace!
Amo quando il viaggio mi insegna delle cose, mi capovolge le idee, mi apre la mente, mi mostra modi nuovi di vedere, pensare, percepire.
E' questo il senso del viaggio, e questa esperienza e' un piccolo esempio di quanto la curiosita' ti possa arricchire.
Tivoli Gardens
Sebbene l'Assistens Cemetery fosse un cimitero abbastanza "vivo", una volta usciti di li' decidiamo di darci una botta di vita e corriamo al Tivoli Gardens!!
Situato tra la Central Station e il City Hall, il Tivoli e' il secondo parco divertimenti piu' antico al mondo: e' stato aperto infatti nel 1843!
Un hotel e ristorante in stile architettonico arabo da il benvenuto all'ingresso del parco, per poi lasciare spazio a giostre antiche ed altre moderne, teatri all'aperto e deliziosi ristorantini sul lago.
L'ingresso costa 9£ a testa, poi bisogna comprare i biglietti per ogni singola corsa dalle apposite macchinette situate vicino l'ingresso di ogni giostra.
Nonostante a me piaccia molto il parco divertimenti in se', quel giorno non ero nelle corde: volevo esplorare la citta', non andare sulle giostre :) Quindi dopo un paio d'ore e qualche giretto in montagne russe, lasciamo il Tivoli e ci fermiamo a pranzare in un pub situato proprio di fronte l'ingresso del parco, il Vesterbro Bryghus.
Temevamo di trovare la classica cucina da pub, hamburger e patatine, ma nel contempo eravamo troppo stanchi e affamati per cercare altrove, quindi ci sediamo li'. Mai scelta fu piu' azzeccata! Abbiamo preso una insalata con pollo e bacon, del filetto di manzo in crema di funghi e una platessa impanata al limone: DELIZIOSI!
Museum of Copenhagen
Dal Tivoli Gardens prendiamo il bus 26 che in 5 minuti ci porta al Museum of Copenhagen.
Fondato nel 1891, racconta la storia della citta' dal 1300 ad oggi.
Una chicca per bambini e peter pan: all'ultimo piano di questo museo c'e' una intera sala dedicata ai Lego. Ma non da esposizione, con i Lego ci si puo' giocare! Migliaia di mattoncini, carriole e palette, sedioline e tavoli, tutto a disposizione di chi volesse costruire la sua citta' ideale :)
Peccato che lo abbiamo scoperto alle 16.45, ossia solo 15 minuti prima della chiusura del museo!
Our Saviour's Church
Riprendiamo il bus, scendiamo al centro e ci incamminiamo piano piano verso la Our Saviour's Church,nel quartiere di Christianshavn.
Avevo letto che il sabato alle 18 c'era un concerto di caroselli, invece appena arrivati ci dicono che il concerto si era tenuto alle 15: peccato!!!
Non ci abbattiamo e decidiamo di salire sul campanile.
Premetto che io non ho mai sofferto di vertigini, ho sempre fatto tranquillamente tutti i tipi di montagne russe e salita su ogni torre di ogni citta', a qualunque piano.
Ebbene ragazzi, per la prima volta in vita mia ho avuto un attacco di panico in cima a questa torre!
Finche' le scale erano in pietra e' tutto filato liscio. Una volta arrivati alla guglia del campanile cominciano i guai: tutto diventa di legno, gli scalini sempre piu' corti (capirete che i miei piedini di fata di taglia 41 ci entravano a meta'!) e a chiocciola, andirivieni di gente che farla scendere dovevi fermarti nel bel mezzo della scalinata, un caldo che non si respirava (ebbene si, dopo i primi due giorni freddi, in quel momento era afoso! O forse ero io impanicata?) e uno scricchiolio ad ogni passo non proprio rassicurante! Gli ultimi gradini sono cosi' ripidi che sono fatti proprio come la scala di un letto a castello, e finalmente si esce fuori!
Finalmente, direte voi... CERTO! Il ballatoio in cima alla guglia era anch'esso in legno scricchiolante, stretto che ci passavano solo due persone alla volta, con le ringhiere basse e per niente rassicuranti. Insomma mi incollo al globo e non voglio piu' muovermi, non ci riesco! Mi tremano le gambe, sudo, ho il fiatone, sono diventata bianca pallida! Prego Massimo di fare quante piu' foto possibili e di andarcene via subito. Una volta arrivati a terra mi stendo sul prato e riprendo colore.
E meno male che non tirava vento, perche' so che quando succede, la guglia ondeggia!!! Comunque hanno continuato a tremarmi le gambe per tutta la serata, anche solo per scendere il marciappiede :D
(p.s. non fatevi ingannare dal sorriso in foto, era fintissimo)
I danesi e il rapporto con i loro canali
Con le gambe ancora tremanti ci andiamo a sedere in riva al canale vicino, con birra e patatine a goderci l'atmosfera di un tardo sabato pomeriggio danese.
Ed e' qui che ci innamoriamo, se per caso non fossero bastati i giorni precedenti.
Ci fermiamo ad osservare i danesi e il loro modo di passare un soleggiato pomeriggio estivo.
Ogni 5 minuti ci passava davanti una barchetta, un kayak, una zattera, un qualunque mezzo galleggiante. E la gente sopra rideva, beveva, faceva barbecues, addii al nubilato, giretti con gli amici o la famiglia, festicciole.
Il canale e' pulito, parecchie persone mettono i piedi a bagno per rinfrescarsi, qualcuno si tuffa anche.
E' un modo tutto diverso di vivere il proprio corso d'acqua, non ho mai visto nessuno farlo a Roma, ne' a Firenze, ne' tantomeno a Londra (ovviamente).
Le donne passavano con le bici e i loro carrellini carichi di spesa o bambini, almeno due per ogni mamma.
Chiunque era rilassato, sorridente e in compagnia. Vuoi seduto per terra in riva al canale, vuoi in barca ancorata, vuoi nei numerosi bar costruiti sulle piattaforme ondeggianti, tutti erano li' a festeggiare il week end.
E noi a bocca aperta, innamorati del senso di relax e serenita' che questa gente emanava.
La nostra vacanza era finita, il mattino dopo all'alba il nostro aereo ci avrebbe riportato nella frenetica Londra, ma noi abbiamo promesso a Copenhagen che ci avrebbe rivisti.
Ci e' passato per la testa tante volte di mollare tutto e trasferirci li: la citta' a misura d'uomo, l'inglese parlato perfettamente da tutti, la gentilezza degli abitanti del posto, l'aria pulita, la facilita' con cui si circola in bicicletta, i mezzi di trasporto super funzionanti, gli orari lavorativi rilassanti.
Ma. C'e' un solo ma.
Il problema sono io: Copenhagen e' troppo piccola per me, per viverci.
Io ho bisogno di una metropoli che mi dia centinaia di cose da fare, che mi dia l'imbarazzo della scelta su come impiegare un week end, che abbia 5 aeroporti per scappare in qualunque angolo del mondo.
Copenhagen in 4 giorni si visita tutta.
E io poi che faccio?
P.S. Copenhagen entra nella mia lista di mete tranquille per viaggiatrici solitarie 😉
Pro
- ecologica
- precisa e puntuale
- persone tranquille, gentili e rilassate
- a misura d'uomo
- sportiva
- giovane
- sviluppata
- organizzata
Contro
- freddino anche d'estate
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